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Effetto Farfalla. Un nuovo spettacolo sul contrasto alla crisi climatica
13.12.2023 10:40In debutto il nuovo spettacolo realizzato con la consulenza di Agrupacion Senor Serrano
01.11.2019 17:14Instant Silent Play
05.04.2018 13:35Partire è un po' morire?
02.06.2016 16:15Carlo Presotto e Diego Dalla Via al Festival Biblico di Vicenza
22.05.2016 08:32Silent Play Al festival di Teatro Contemporaneo Sguardi
27.08.2014 18:4612 e 13 ottobre 2013 I passi dell'educazione. Convegno. Vigodarzere (PD)
12.10.2013 15:00Dal Teleracconto al Digital Storytelling: Silent Play
01.06.2013 14:37Carlo Presotto
Carlo Presotto è dramaturgo, attore e regista. Il suo lavoro si caratterizza nel panorama del teatro per le nuove generazioni in Italia per una continuità di presenza artistica accompagnata da una continua spinta al rinnovamento.
Si forma alla fine degli anni 1970 nell’ambito dell’animazione teatrale, attingendo ad esperienze forti (Bruno Munari, Remo Rostagno, Mafra Gagliardi, Claudio Montagna).
Dopo gli anni della formazione e le prime sperimentazioni artistiche di teatro ragazzi (tra cui il progetto di videoteatro del 1981 La Zucca magica, per il comune di Bassano e la collaborazione della Rai) entra a far parte della Piccionaia nel 1982.
Accompagna la fase di trasformazione della compagnia da Famiglia d’arte a Centro teatro ragazzi, facendo tesoro della ricca formazione trasmessa da Titino Carrara, con cui collabora per oltre 25 anni.
Nel 1984 riceve l’incarico di coordinare il Centro di formazione teatrale, una esperienza formativa che lo porta a progettare a fianco di diversi maestri, da Marco Baliani a Elio De Capitani, da Renata Molinari a Laura Curino.
Nei primi anni 1990 inizia a sviluppare una propria cifra artistica nel teatro di narrazione che lo porta a lavorare con Marco Baliani (Come Gocce di Una Fiumana 1995, Porti del mediterraneo 1996).
Collabora con Giacomo Verde e sviluppa la particolare tecnica di interazione tra narrazione e video a circuito chiuso, il Teleracconto. Una tecnica che nasce dall’osservazione del pubblico dei bambini e dalla constatazione (prima empirica e poi strutturata teoricamente) di come siano in atto profonde mutazioni della percezione e della rappresentazione della realtà. E di quanto sia necessario che l’approccio artistico si nutra di una costante attività di frequentazione del pubblico affiancata da una riflessione antropologica, etica e pedagogica sulla propria funzione. Da questa riflessione nascono una serie di opere di video teatro (Storia di una gabbianella 1997, Le stagioni di Giacomo 2000, Favole al (video)telefono 2007), e di teatro musicale (Il teatro delle emozioni).
Dal 1999 al 2010 collabora come docente con l’università Ca Foscari di Venezia per il corso di psicologia spetimentale, animazine teatrale e teatro ragazzi, poi dal 2013 con l’Istituto Universitario Salesiano di Venezia (Teatro sociale e Animazione culturale). Dal 2019 è docente di Teatro per il management presso il minor di Management Artistico dell'Università Ca Foscari di Venezia. Docente di mappe di comunità per il Master in Sviluppo Locale Sostenibile dell'Università di Padova. Collabora come progettista, formatore e supervisore con la Diocesi di Vicenza per i progetti To Human Skill e animatori di comunità in oratorio. Il suo lavoro di studio rimane sempre connesso ad una intensa attività artistica.
Nel 2008 e nel 2009 dirigerà due creazioni collettive per il Napoli Teatro Festival, che saranno occasione di un forte ripensamento sul ruolo del teatro nella relazione con le nuove generazioni.
Da questa esperienza nascerà un pecorso di collaborazione artistica con Raimondi/Castellani di Babilonia Teatri, con Diego Dalla Via, con Agrupacion Senor Serrano.
Nel 2010 inizia a sperimentare la modalità dell’eterodirezione del pubblico per la creazione di spettacoli interattivi che genererà il percorso Silent Play, con cui parteciperà a festival ed eventi in Italia ed all’estero.
Se vi perdete in una città straniera, magari a Tokyo dove le strade non hanno nome, potete contare su di lui per orientarvi. Probabilmente questo è dovuto alle origini veneziane, alla passione per i labirinti, ed alla sua incoscienza. Porta ancora su di sé le tracce di anni di teatro di strada, di incontri con i palcoscenici sperduti nei più improbabili paesini. La regina di Danimarca è andata a stringergli la mano alla fine dello spettacolo qualche anno fa, ed una importante giornalista dell'espresso l'ha stroncato per la sua interpretazione del pescatore dopo un giro per i porti del Mediterraneo. Dopo avere lavorato gratis per pagare i debiti del suo primo video, ha passato del tempo a Fabrica a giocare con la telecamera, per poi spegnerla durante un'intervista a Sarajevo. Di solito non si trova mai dove immagineresti di trovarlo, ma sempre un po di lato.